Data Monetization, così diamo valore misurabile ai dati

data monetization come creare valore dai dati

Tutte le aziende possono fare Data Monetization e generare benefici misurabili dai dati disponibili. Ma finora non ci sono riuscite perché…

Pensare alla Data Monetization per il proprio business non significa vedere le proprie pupille trasformarsi nel simbolo dei dollari come avviene nei cartoni animati.

Anche perché la monetizzazione dei dati è un procedimento più complesso e la traduzione italiana finisce per ridurre, inevitabilmente, il senso più completo di questo termine.

Uno dei più arguti intellettuali italiani, Roberto Gervaso, una volta disse: “Il denaro non fa la felicità di chi non lo possiede”, ribaltando uno degli adagi popolari più diffusi. Ecco allora che le potenzialità dei dati si devono per forza misurare anche (soprattutto) nella loro capacità di aumentare i profitti.

Come? Creando valore.

Per anni ci siamo sentiti ripetere che i dati sono alla base della quarta rivoluzione industriale e molte aziende non si sono preoccupate di comprendere a fondo come e perché questa affermazione, seppur vera, andasse “tradotta” per il loro caso specifico.

Alcune società si sono “accontentate” di macchinari con funzionalità predittive per monitorare le performance produttive.

Un buon investimento? Probabilmente sì, ma i Big Data hanno potenzialità infinitamente superiori.

Così, invece di pensare a monetizzare i dati, molte imprese hanno paradossalmente raccolto volumi impressionanti di dati e non hanno saputo che farsene in un processo bulimico che è stato ribattezzato infobesità.

Gli effetti collaterali della infobesità

Oggi molti business sono sempre più tentati dalla possibilità di raccogliere milioni di dati.

È la cosiddetta “infobesità”, ovvero la tendenza a dotarsi di software e sistemi in grado di raccogliere sempre più dati nel miraggio che questa operazione risolva tutti i problemi.

Non è così. Perché avere milioni di dati non significa necessariamente avere le informazioni che mi servono davvero. Magari queste informazioni ci sono anche, peccato che siano nascoste tra migliaia di dati, molti dei quali sono “spazzatura”, vale a dire totalmente inutili per il tuo obiettivo.

L’infobesità è il nemico numero uno della Data Monetization.

Anzi è il suo contrario. Continuare a raccogliere sempre più dati senza uno scopo preciso è uno spreco di tempo e denaro.

E investire in onerosi software che compiano questa raccolta è un pessimo investimento.

Quello che monetizza il dato non è la sua raccolta, né l’informazione che si estrapola bensì l’applicazione concreta che ha lo stesso e la sua funzionalità al mio scopo.

Lascia perdere il volume, concentrati sul valore dei dati. Non aspettare che raccogliendoli e processandoli senza una finalità definita questi ti diano risposte e generino profitti in autonomia. Sarebbe troppo facile. Non trovi?  

Le 4 fasi della Data Monetization

fasi data monetization

Se ti stai domandando come fare Data Monetization, la risposta non è così immediata.

Per prima cosa devi sapere che ci sono 4 fasi che definiscono la monetizzazione:

  1. Data Collection: ovvero il processo di acquisizione dei dati;
  2. Data Integration: la fase con cui i dati vengono correlati tra loro e arricchiti con elementi di contesto, statistiche, serie storiche…
  3. Data Visualization: il processo essenziale per selezionare attraverso immagini, grafici e modelli di immediata comprensione  le informazioni da valorizzare e approfondire
  4. Data Driven Decision: La fase decisionale che si basa sulle informazioni estratte nei tre punti precedenti.

Ci sono molti modi di monetizzare le informazioni. Ad esempio:

  • individuare il placement migliore per i propri prodotti/servizi;
  • scoprire cosa cercano online (e come lo cercano) i nostri clienti in target;
  • migliorare la customer experience/customer journey;
  • spiare” punti di forza e punti deboli dei nostri competitors

E questi sono solo gli scopi principali… Ecco perché fino ad oggi il vero limite di molte imprese è stato quello di dotarsi di sistemi di data warehouse, data lake e software per raccogliere dati senza individuare un’applicazione concreta e univoca per processare queste informazioni.

In Rete c’è di tutto di più e raccogliere milioni di dati significa raccogliere un’infinità di spazzatura (come abbiamo visto all’inizio dell’articolo). In queste montagne di dati bisogna sapere:

  • Cosa cercare;
  • Come cercarlo;
  • Dove cercarlo;
  • Cosa farci.

Per fare questo, però, l’azienda deve prima di tutto individuare i “bullet point” su cui concentrarsi e poi affidarsi a professionisti delle indagini in Rete che ti aiutino concretamente a raggiungere gli obiettivi fissati.

Che sappiano cosa cercare, come cercarlo, dove cercarlo e soprattutto cosa farci con quei dati!

I dati e il valore delle informazioni altamente monetizzabili

Se vendi online (oppure hai anche solo un sito web aziendale) lo sai fin troppo bene: non essere visibile ti fa perdere soldi.  

In particolare, ciò che ti fa perdere soldi è non essere visibile per le ricerche degli utenti pronti a comprare! Non è solo una questione di posizionamento lato SEO, la questione è più complessa.

Per fortuna a semplificarla ci pensano i dati. Perché solo grazie ai Big Data è possibile:

  • scoprire cosa cercano esattamente i tuoi potenziali clienti in target su Google e Amazon;
  • capire in che modo gli utenti pensano al tuo prodotto: quali sono le parole che i media utilizzano di più negli articoli;
  • comprendere in anticipo come stanno cambiando i trend e come si sta muovendo la concorrenza di conseguenza;

Una volta che avrai a tua disposizione queste informazioni preziose non dovrai certo lasciarle chiuse in un cassetto a “prendere polvere”.

Potrai sfruttarle da subito modificando i titoli delle pagine dei tuoi prodotti inserendo le parole chiave ricerche più frequenti.

Credimi, non è un dettaglio: a volte basta un termine al plurale anziché al singolare oppure un termine tecnico cambiato con un uno più gergale (ma più cercato) per avere risultati completamente diversi e decisamente superiori.

Non è tutto: allo stesso modo potrai anche cambiare le parole chiave delle schede prodotto su Amazon per essere più facilmente trovato e per “parlare” con un tone of voice coerente con quello dei tuoi clienti.

E ancora: potrai decidere quali prodotti vendere di più in relazione a quelli più cercati come puoi notare nell’esempio qui in basso circa gli integratori alimentari più venduti su Amazon.

Se vorrai potrai scegliere le campagne marketing migliori in relazione alle strategie della concorrenza. Senza contare che studiare i dati del target e dei concorrenti servono per ottenere altre informazioni altamente monetizzabili come decidere la priorità di internazionalizzazione tra diversi Paesi esteri in base a :

  • Potenzialità e numerosità del mercato
  • Livello e presenza della concorrenza
  • Livello dei prezzi
  • ecc.

La Data Monetization per le Startup: evitare gli errori e conquistare gli investitori

conquistare investimenti e finanziamenti con ricerca online

Chi l’ha detto che il processo di Data Monetization è riservato alle imprese già “consolidate”?

Anzi, è proprio nella fase di avvio che questo procedimento può offrire vantaggi considerevoli in termini di risparmio.

✔️ Risparmio di Tempo

✔️ Risparmio di Denaro

Sappiamo bene che è proprio nelle fasi di start-up che un’attività ha bisogno di dati certi su cui avviare il proprio Business.

Ed è la stessa fase in cui è vietato sbagliare. Se il business plan è la spina dorsale di un progetto imprenditoriale, una ricerca di mercato online basata sui dati offre innumerevoli informazioni utili sul mercato di sbocco, sulla concorrenza e su tutte le fasi della commercializzazione: dalla strategia di marketing adottata, alla scelta del prezzo, dai canali distributivi scelti ai costi di commercializzazione, la definizione del modello di Business, ecc.

Informazioni utili non solo in ambito strategico e operativo, ma anche per sfruttare al meglio bandi, investimenti ed altre occasioni di finanziamento.

Proprio così: un business plan supportato da una ricerca di mercato completa è uno strumento ancora più solido e efficace proprio nell’ottica di attrarre investimenti o altre forme di finanziamento.

Un esempio concreto arriva proprio da un cliente che si è rivolto a noi CMI per analizzare la possibilità di lanciare una nuova linea di prodotti differente dal proprio core business.

Era un’idea fattibile? E soprattutto vincente?

Per avviarla aveva bisogno di un finanziamento e, quindi, voleva essere certo di aver individuato una chance profittevole.

La nostra indagine in Rete ha evidenziato punti di forza e criticità del segmento di mercato scelto suggerendo un cambio di rotta, almeno parziale, al cliente.

Proprio questi insight sono stati decisivi perché il progetto, supportato dai dati della ricerca, ha “convinto” un fondo di private equity che ha investito in questo nuovo Business riconoscendone l’elevato potenziale di sviluppo e crescita.  

Le indagini in Rete: il modo migliore per monetizzare i dati

Fare indagini in Rete significa saper trovare le prove, anche in una scena del crimine contaminata da migliaia di elementi.

E, soprattutto, significa presentare al cliente non un report con migliaia di dati per sommergerlo di informazioni ma il risultato, sintetico, dell’indagine che sveli come raggiungere l’obiettivo fissato all’inizio. La tendenza a “stordire” il cliente con report chilometrici è fin troppo diffusa.

Un po’ come quando ti presentano indagini e ricerche tradizionali, come quelle telefoniche e t’accorgi che di tutte le informazioni raccolte in dieci o venti domande effettuate agli utenti, in realtà a te interessavano le risposte a un paio di queste e nulla più.

Tutto il resto? Spazzatura o, per meglio dire, informazioni buone per soddisfare la propria curiosità personale. Nulla più.

Cosa fa la differenza? La capacità dei dati di “tradursi” dentro indici di performance che li rendono misurabili.

Esperienze memorabili e risultati misurabili” recitava uno slogan particolarmente azzeccato che ho letto qualche tempo fa.

Questo è il punto. Per fare Data Monetization dobbiamo impostare dei KPI di progetto che ci indichino la direzione corretta da seguire durante la nostra analisi.

Questi indici non sono associati solamente al marketing come basi su cui realizzare una strategia promozionale ma in realtà sono applicabili a tutta la digital strategy e, più in generale, sono indicatori utili per monitorare tutti i processi aziendali.

Insomma, senza KPI e senza uno scopo, non può esistere Data Monetization.

E in questo modo anche la tua azienda non riuscirà a sfruttare le occasioni che le si presenteranno di fronte. Se ti consola, sei in buona compagnia perché questo è un problema che riguarda 4 società su 5, almeno nel nostro Paese. Non ti consola?

Se vuoi fare di meglio, contattaci e scopri come monetizzare i dati della azienda

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