I 3 errori che creano ansia da prestazione ai marketer

errori dei marketer

Gli errori più comuni dei marketer che mettono in crisi sia loro sia le strategie di marketing che mettono a punto.

Il marketing è uno dei lavori che crea più stress e che porta le persone a lavorare più a lungo, anche dopo l’orario di lavoro e perfino nei giorni di ferie.

Perché?

Innanzi tutto perché è un lavoro che non si ferma mai: non c’è un attimo di tregua, quando si lancia una campagna i clienti la vedono h24 e anche la domenica, e può capitare una crisi di reputazione anche il sabato sera alle 23.

E secondo, perché è uno dei lavori più difficili, trasversali e importanti che ci siano.

E non lo dico perché lavoro nel marketing, ma perché a tutti gli effetti il marketing è la chiave del successo di un’azienda.

Puoi avere il miglior prodotto del mondo, le migliori intenzioni, i migliori ingegneri ma se non comunichi e non raggiungi correttamente i tuoi clienti, tutti gli sforzi saranno vani.

Fare marketing bene, infatti, è quel particolare che distingue un’azienda di successo dalle altre.

Ma soprattutto è una responsabilità e un dovere morale che abbiamo nei confronti dei nostri consumatori.

Non sto esagerando…

Prova a pensare a quanti prodotti pessimi, a quante truffe vengono propinate alla gente solamente perché chi le propone è in grado di fare bene marketing.

Quindi, se tu hai un prodotto di qualità, capace di migliorare realmente la vita dei tuoi clienti, hai il dovere di fare marketing al massimo. Hai il dovere di evitare che i tuoi clienti cadano nella trappola di qualche azienda poco di buono che ha come unico scopo rubare soldi ai tuoi clienti.

Noi che abbiamo dei prodotti di qualità, che sappiamo di poter migliorare la vita ai nostri clienti…. abbiamo il dovere di fare il massimo affinché i nostri clienti capiscano il nostro reale valore e non cadano nelle trappole di concorrenti fuffaroli e truffaldini.

Lo so non è facile, fare marketing al massimo delle potenzialità, è un’arte difficile e faticosa.

E per questo voglio svelarti i 3 errori purtroppo molto comuni, che complicano la vita ai marketer generando ansia da prestazione e impedendogli di raggiungere i risultati che meritano.

Presta molta attenzione, perché qua non si tratta solo di te ma anche dei tuoi clienti. Vuoi veramente che finiscano a comprare uno di quei prodotti senza capo ne coda che propongono alcuni tuoi concorrenti?

Non credo.

Allora ascolta quanto ti sto per dire e cala questi 3 errori nella tua situazione lavorativa!

1) Far nascere tutte le idee da brainstorming creativi ma poco efficaci.

Il primo errore che si fa avviene nelle primissime fasi del processo creativo, nel momento in cui assieme al tuo team stai cercando una nuova idea. In questa fase di solito si lavora tanto con brainstorming e si cerca di vagliare le diverse strategie possibili.

Si tratta di un approccio molto comune, ma che nasconde una grande criticità: spesso le idee che escono fuori sono molto belle ma poco efficaci.

Sono idee creative, perché sono nate mettendo insieme le idee di più persone che da anni lavorano in questo campo, ma molto spesso non sono idee SOLIDE. Non si basano su alcun dato, ma solo su cosa “sarebbe bello” o “potrebbe diventare virale”.

E così, quando esci la sera dall’estenuante riunione creativa di 12 ore, hai la sensazione che manchi ancora qualcosa e la paura che le idee individuate possano essere un grande fiasco.

Conosco bene questa sensazione, perché l’ho provata tante volte sulla mia pelle… e ti assicuro che non si dorme bene la notte con questi pensieri in testa.

Questo non avviene perché qualcuno ha sbagliato qualcosa, ma semplicemente perché spesso si tende a sottovalutare l’incredibile bagaglio di informazioni e opportunità che sono già presenti sul mercato.

Cosa voglio dire? Che sul mercato se ne sono già viste di tutti i colori, che magari in un altro Paese hanno già provato la campagna a cui state pensando o magari in un altro settore hanno fatto qualcosa che potrebbe esservi utile sapere.

Insomma, la verità è che online ci sono un quantitativo di informazioni incredibili che ti possono aiutare a scegliere l’idea migliore, ma soprattutto a capire se quanto hai pensato può realmente funzionare o meno. (Se vuoi approfondire il discorso, in questo articolo trovi descritte le 10 informazioni strategiche che si possono scoprire dall’ascolto della rete.)

Idealmente, in questa fase i brainstorming dovrebbero cominciare con una panoramica sul settore/argomento su cui state per concentrarvi, in modo da avere ben chiara la situazione di partenza e farvi ispirare da casi di successo e best practices.

Quindi, le idee emerse dal brain-storming dovrebbero essere accompagnate da certosine ricerche di mercato che aiutino a capire se quanto si sta pensando va bene o va male.

Capisci bene come in questo caso le idee sarebbero ben più solide, e la sensazione di aver sbagliato qualcosa molto più limitata!

2) Lanciare la campagna esattamente come da piani (e aspettare i risultati)

Il secondo errore avviene durante la campagna. In questa fase tutto quello che è stato pensato viene realizzato: vengono messi online gli annunci pubblicitari, si esce con un articolo su una rivista importante, le mail iniziano a fare il loro corso e così via.

Se da un lato viviamo questo periodo come un’attesa trepidante per sapere quali saranno i risultati, dall’altro ci fidiamo ciecamente della pianificazione fatta in precedenza.

Si va avanti come un treno, senza chiedersi se i primi risultati possono insegnarci qualcosa o se possiamo correggere il tiro fin da subito… si riservano queste considerazioni quando la campagna sarà conclusa.

E così, quando succede qualcosa di inaspettato che non avevamo pensato potesse succedere, ci spiazza e mette in crisi l’intera campagna!

Al contrario, la fase esecutiva èimportantissima in cui è fondamentale stare sempre all’erta e monitorare tutto quello che accade, sia a livello di dati interni che a livello di dati esterni.

Infatti, se di norma si tengono d’occhio le metriche più comuni come il costo per click ricevuto o il numero di risposte ottenute tramite mail, spesso si ignorano fattori come il feedback che stanno dando i consumatori online, come hanno reagito i media alla campagna e così via. 

Idealmente in questa fase dovresti monitorare quanti più dati possibili in modo da poter intervenire tempestivamente. E ricorda, il problema è sempre dietro l’angolo.

Pensa ad esempio alle crisi di reputazione o come a volte i media fraintendano i messaggi!

Bisogna stare sempre con gli occhi ben aperti e pronti a intervenire, per questo devi avere sempre a disposizione strumenti che ti permettano di monitorare social, giornali e mercato in tempo reale.

3) Non trarre insegnamenti per il futuro.

Il terzo errore avviene proprio sul traguardo, quando tutto è fatto e si è pronti per festeggiare (si spera).

Si tratta probabilmente della fase più importante perché aldilà che le cose siano andate bene o male, questo è il momento in cui si imparano più cose e si ricevono più informazioni per rendere ancora più efficaci le campagne del futuro.

Ma quando finisce una campagna è il momento di inizarne un’altra, no? Quindi chi ha mai tempo per andare a vedere cosa è successo realmente?

E così spesso si finisce per delegare questa attività al primo stagista di turno, o a un malcapitato che è un po’ meno oberato di lavoro degli altri (se gli va bene), che produrrà un report striminzito sui risultati da Facebook Analytics, in cui si evidenzia che tutto è andato per il meglio.

E se nessuno aveva tempo di stilare il report con i risultati… chi avrà mai il tempo di leggerlo con attenzione?

Invece, inquesta fase è fondamentale misurare non solo i risultati sui social, ma anche come ha reagito il mercato alla campagna, quali risultati si sono realmente ottenuti e come si sono mossi in questo periodo i concorrenti.

Questo perchè sarebbe inutile esaltarsi per un risultato positivo il cui merito però non è nostro ma figlio di un mercato che sta crescendo e che magari lo fa pure più veloce di noi.

E’ fondamentale misurare tutto e capire cosa ha funzionato o cosa no, altrimenti il rischio è di aver speso tanti soldi e di non avere nessuna informazione su come migliorare in futuro.O peggio ancora, prendere gli insegnamenti sbagliati. Non c’è nulla di più pericoloso di un cieco che crede di vedere.

L’arma più potente per il successo è la consapevolezza, non serve a niente nascondere la polvere sotto il tappeto, se qualcosa non ha funzionato è fondamentale capire perché. Non per punire qualcuno, ma per poter migliorare in futuro.

Idealmente bisogna raccogliere tutte le informazioni possibili e studiare e analizzare i risultati ottenuti in modo da poter ottenerne di ancora migliori in futuro.

Bene, dopo aver visto questi tre comunissimi errori, avrai capito che la chiave è avere più INFORMAZIONI possibili.

[Se vuoi approfondire come avere più informazioni può aiutarti a creare la strategia perfetta, ne abbiamo parlato in un articolo che puoi trovare cliccando qui.]

Da quando ho iniziato a seguire questo approccio in modo sistematico i miei risultati sono cresciuti in maniera incredibile. Perché conoscere è potere.

Dobbiamo avere quante più informazioni possibili in modo da fare crescere il nostro marketing.

Personalmente, ho deciso di dedicare la mia vita a questa missione e da quando ho contribuito a creare la Central Maketing Intelligence dedico tutte le mie energie ad aiutare le aziende a ottenere tutte le informazioni necessarie a fare crescere il proprio marketing e a raggiungere il successo.

Se ti va di approfondire il discorso, scrivimi a questo link e capiamo come posso aiutarti ad avere sempre tutte le informazioni che ti servono (e a ridurre lo stress):

Voglio saperne di più

Al prossimo articolo!

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