Big Data e Fintech, così i dati ci aiutano a capire i mercati finanziari e investire con successo

intervista a Giulio Massucci

Il 90% degli investitori fai da te non riesce a ottenere profitti dal proprio investimento e il 70% brucia tutto il capitale investito. Ma Big Data e Fintech stanno rivoluzionando questo scenario

La Community Boosters entra nel mondo degli investimenti e intervista Giulio Massucci, fondatore di Wavenure, startup innovativa in ambito Big Data e Fintech.

Lo sapevi che il 90% degli investitori fai da te non riesce a ottenere profitti dal proprio investimento e il 70% brucia tutto il capitale investito?

Su questi numeri torneremo più avanti con Giulio Massucci, fondatore di Wavenure  esperto di finanza nonché uno dei “padri” di Braino  l’investment coach che, proprio grazie ai dati, può rivoluzionare questo scenario.

Big Data e Fintech stanno cambiando per sempre il mondo degli investimenti e in questa intervista proveremo a scoprire come e perché.

 

In che modo il mondo dell’investment decision making sta cambiando grazie ai dati?

big data e fintech

Questa domanda apre uno scenario articolato e decisamente interessante.

Il mondo degli investimenti, già da tempo, ha iniziato a sfruttare le tecnologie per migliorare le performance.

Cosa sta cambiando negli ultimi anni? Soprattutto, la quantità dei dati che si possono analizzare e la crescita esponenziale della capacità computazionali degli strumenti di analisi.

Negli anni ‘80 le grandi istituzioni finanziare si erano già mosse con l’algorithmic trading ad alta frequenza, ma oggi i Big Data hanno permesso un processo di democratizzazione, aprendo queste applicazioni anche agli investitori e alle realtà più piccole.

Siamo di fronte ad una tendenza dirompente e inarrestabile.

 

Qual è il ruolo di criptovalute e blockchain in questo scenario?

Le criptovalute si sono affermate come soluzioni di investimento molto interessanti ma sono ancora mercati poco liquidi, quindi il rischio delle operazioni resta notevole. Come qualsiasi prodotto finanziario abbastanza volatile vanno approcciate con cautela.

Discorso diverso per la Blockchain, che rivoluziona il paradigma della centralizzazione degli scambi. Pagamenti e transazioni sono decentrati come mai era accaduto prima.

 

Big Data e Fintech, quali dati possono essere sfruttati per migliorare le decisioni di investimento?

big data per il fintech

Valutare le diverse opportunità di investimento e decidere il momento giusto per investire è un’attività che ha radici molto antiche. Ci sono mille variabili, aspettative e molta psicologia di massa che influenzano questi due aspetti.

L’approccio classico viene ridefinito grazie alla possibilità di avere i Big Data e soprattutto di processarli con strumenti che hanno una potenza computazionale elevatissima.

In passato, la componente di intuito del professionista, con tutte le sue competenze ma anche con l’emotività, era lasciata sola.

Oggi è affiancata da sistemi in grado di fornire una capacità di analisi di scenari e predizione che permette di osservare, in modo molto veloce, tutte le variabili che influenzano la determinazione e l’evoluzione di un prezzo di qualsiasi asset finanziario.

I dati che possono essere raccolti e studiati vanno da:

✅ Geopolitica,

✅Macro economia e micro economia,

✅ Sentiment,

✅ Insight sui social

✅ oltre che ovviamente i dati degli andamenti della borsa, dei rendimenti finanziari, dei tassi di interesse, etc.

Solo i Big Data possono combinare tutti questi aspetti arrivando a produrre informazioni da dati eterogenei.

 

Quanto è lontana questa tecnologia da un’applicazione nel quotidiano anche nelle PMI in qualsiasi ambito B2B per aumentare le conversioni?

La tecnologia è matura, non solo a livello di potenzialità ma anche di accessibilità per le piccole imprese. La più forte resistenza che c’è oggi è ancora di tipo culturale, ma piano piano si sta diffondendo e si diffonderà.

Sarà impossibile non adottare queste tecnologie perché sono talmente pervasive e alterano talmente gli equilibri competitivi che è impensabile rinunciarci. Nel nostro settore abbiamo tentato di replicare le competenze di più essere umani che guardano agli investimenti e si riuniscono in un comitato di investimento.

La qualità decisionale del nostro sistema arriva a ottimizzare la capacità di investimento, poi il professionista umano deve metterci del suo con l’intuito, la sua esperienza. Insomma la tecnologia deve potenziare il lavoro umano, non sostituirlo!

 

Eccoci allora a Wavenure. Come è nata l’idea di questa startup innovativa nel mondo Fintech?

Provenendo dal settore finanziario siamo partiti da un dato, anzi due. Il 90% degli investitori fai da te non riesce a ottenere profitti dal proprio investimento e anzi, di questi il 70% brucia proprio il capitale investito, è quello che definiamo come tasso di mortalità degli investitori.

Abbiamo scelto di superare anche il classico paradigma per cui il privato spesso s’improvvisa nel settore finanziario quindi è meglio rivolgersi ad un professionista della consulenza finanziaria.

Perché negli ultimi anni i numeri ci dicono che raramente portafogli e fondi di investimento hanno portato risultati superiori al benchmark, ovvero a quello che il mercato ha realizzato.

Questo dimostra che Big Data e Fintech possono portare miglioramenti anche all’interno dei gotha del decision making a livello finanziario. Scovare quei fattori che ottimizzano le decisioni dagli asset manager fino ai privati che saltuariamente investono parte dei loro risparmi.

Avete presente le famose bolle speculative?

 

Sì, certo…

Non sono altro che disallineamenti tra il valore reale e il valore percepito di un titolo. Questo continua a crescere ma non è supportato da un valore reale, quindi a un certo punto esplode. Insomma le componenti emozionali e di psicologia di massa superano quelle di analisi finanziaria generando situazioni imprevedibili mentre in altre circostanze sono i parametri oggettivi a determinare il valore di un titolo.

Ecco allora che individuare la decisione più profittevole è sempre più difficile

L’idea alla base di Wavenure è unire tutte queste componenti per trovare questa decisione personalizzata in base a una profilatura delle esigenze del clienti in termine di obiettivi, capitale e rischio.

 

Come raggiungere questo obiettivo?

Attraverso Braino: il nostro AI investment coach per investire meglio e con maggiori soddisfazioni. Il nostro sistema di intelligenza artificiale è in grado di performare un numero di operazioni ovviamente molto superiori ad un essere umano.

Pensate che nell’ultimo trimestre, su 5674 società quotate, Braino ha deciso ben 165.400 operazioni con tassi di successo davvero interessanti. Le operazioni profittevoli sono state il 76,8% del totale effettuato con un profitto medio per operazione del 6,3%.

Sebbene sia una macchina, ne parlo così perché fa parte del nostro Team.

 

Una garanzia di successo?

Intendiamoci: c’è la decisione giusta ma c’è anche quella sbagliata. L’aspetto interessante è che le decisioni profittevoli superano quelle errate permettendo a Braino di decidere autonomamente su quale strumento intervenire e quando. Insomma lo abbiamo lasciato libero.

Naturalmente possiamo anche dare a Braino delle regole di portafoglio impostando regole sull’approccio decisionale da seguire, il capitale da investire, l’orizzonte temporale e la tipologia di titoli da considerare.

 

Quante variabili è in gradi di analizzare Braino?

“Attualmente ne calcola un migliaio, esattamente 980, ma stanno aumentando progressivamente”.

 

Questa crisi improvvisa del coronavirus ha rappresentato un test importante per Braino? Lo scenario è mutato in pochissimi giorni e in modo improvviso…

Considerando che si trattava del primo test di questo tipo ha reagito bene. La storicità dei mercati e le time series non potevano certo prefigurare uno scenario ben diverso persino da quello generato dall’attentato alle torri gemelle di New York del 2001.

Una situazione eccezionale che, fisiologicamente, ha portato una perdita iniziale. Quello che abbiamo notato con piacere è che Braino  ha modificato il suo approccio riducendo l’operatività, aumentando le operazioni ribassiste in maniera totalmente autonoma, un po’ come si fosse accorto che qualcosa non andava e ha interpretato correttamente il comportamento da tenere.

Questo comportamento non solo gli ha permesso di contenere le perdite nella cosiddetta fase 1 ma è riuscito grazie al suo cambio di approccio persino a generare un piccolo profitto dello 0,28%. Sembra poco ma in una situazione del genere è un risultato ottimo.

Un’ultima domanda: cosa consiglieresti agli imprenditori e a chi si sta affacciando per le prime volte al mondo degli investimenti?

Operare sui mercati è rischioso, questo deve essere chiaro. Prima di passare all’azione io consiglierei sempre di valutare la capacità di investimento di ciascuno.

E se la capacità è contenuta, la prima cosa da fare è preservare il capitale indirizzando gli investimenti verso asset che rendono meno ma che sono più sicuri rispetto ad altri più speculativi come i mercati azionari.

Per chi non ha grande competenza in questo settore, Braino può essere un supporto importante ma attualmente solo per la componente speculativa, il resto va gestito nell’ottica di preservazione del capitale (si può già creare il proprio account gratuito su www.braino.ai).

Un approccio rischioso deve essere anche consapevole, ecco perché penso che oggi più che mai bisognerebbe investire nell’educazione finanziaria delle persone.

Da imprenditore di startup Fintech mi sento di dire a chi fa impresa e cerca di portare innovazione, di considerare una parte dei propri investimenti nell’economia reale, piccole imprese o startup innovative ad alto potenziale.

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