Web Intelligence: Cosa ci insegna la serie tv Black Mirror.

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Ecco il nesso tra web intelligence & black mirror!

Ieri sera ho finito di guardare la serie tv Black Mirror e ho passato buona parte della notte a rifletterci su.

La tecnologia sta cambiando la nostra società, ma in che modo e in che direzione?

Black Mirror, serie tv poco conosciuta in Italia ma di grande successo negli Stati Uniti, prova a rispondere proprio a questa domanda.

La serie è antologica, cioè ogni episodio è auto conclusivo, e dà un’interpretazione diversa di come potrebbe evolvere il mondo in futuro, seguendo l’innovazione e i cambiamenti tecnologici.

Cosa c’è di così particolare?” ti starai chiedendo.

Grazie a tutti i film sugli scenari post apocalittici, infatti, siamo abituati a immaginare realtà future in cui tutto è cambiato: uomini in criosonno su navi spaziali verso nuovi pianeti, disastri ecologici dove i superstiti sono solo poche persone, e chi più ne ha più ne metta.

Ma Black Mirror è diverso: impressiona perché è attuale.

Presenta scenari e tecnologie non così lontane da noi e ci racconta come potrebbe evolvere – quasi sempre in peggio – la nostra società.

Quello che mi ha colpito è proprio come le realtà descritte negli episodi della serie siano il più delle volte solo delle estremizzazioni della realtà attuale: non mondi lontani, ma situazioni che possiamo già intravedere oggi.

E in più, molte di queste situazioni hanno a che fare con ciò di cui mi occupo tutti i giorni, cioè la web intelligence.

Infatti, la capacità di estrarre informazioni dai dati online è centrale in moltissimi episodi, offrendo interessanti spunti di riflessione per chi lavora in questo campo e non solo!

Vediamo quindi gli insegnamenti principali degli episodi di Black Mirror in termini di web intelligence!

Attenzione, possono esserci SPOILER in arrivo!😜

web intelligence e black mirror

1. Intercettare il diffondersi delle informazioni: “Messaggio al Primo Ministro”

Prendiamo prima di tutto la possibilità di monitorare e arginare il diffondersi delle informazioni sul Web.

Nella prima puntata della prima serie,“Messaggio al Primo Ministro”, un terrorista fa trapelare un video su Youtube con la richiesta di riscatto per la Principessa del Regno Unito.

Il governo cerca di intervenire per bloccare il video, in modo che le persone non lo vedano, ma in poche ore è già virale! Le persone lo caricano su centinaia di altri siti e diventa impossibile rintracciarli tutti per eliminarlo.

Come se non bastasse, poche ore dopo il Governo cerca di aggirare le richieste del terrorista con un trucco…ma basta una foto caricata online ingenuamente da una persona a caso per far saltare il piano, perché la foto viene condivisa immediatamente e raggiunge il terrorista!

La situazione è ovviamente estremizzata, ma ci insegna quanto sia importante essere capaci di tracciare cosa succede online e di reagire tempestivamente, prima che la situazione precipiti!

E così il povero Primo Ministro è costretto a cedere al ricatto, con tanto di beffa finale!

Infatti, l’insegnamento finale è che il monitoraggio di ciò che accade deve esserci SEMPRE, anche quando si è impegnati in qualcos’altro…

Ciò mi ha fatto molto riflettere, e ho capito ancora di più quanto valore ha il nostro lavoro di anticipazione e gestione delle crisi alla CMI.

2. Poter andare indietro nel passato: ricordi Pericolosi

Accedere ai dati storici sulla propria vita e su quella altrui è l’argomento della terza puntata della prima serie, “Ricordi Pericolosi”.

Attraverso un dispositivo connesso al cervello delle persone, ogni secondo di vita viene registrato e può essere rivisto a piacere. I ricordi sono così “file” salvati ordinatamente cui accedere a seconda delle necessità, per verificare un fatto accaduto, provare la propria identità e in particolare per riascoltare una conversazione passata.

Questa puntata ci insegna che non possiamo mai sapere quando una certa informazione ci sarà utile: intercettarla e salvarla ci aiuta ad averla a disposizione quando serve!

Oggi forse non abbiamo dispositivi installati nel cervello (per fortuna direi!), ma grazie all’ascolto della rete possiamo ritrovare le conversazioni pubbliche indietro nel tempo.

Andando a ritroso sui social network, infatti, possiamo intercettare chi aveva detto cosa e perché, per ricostruire delle situazioni passate.

Ti dirò di più: grazie ai software che utilizziamo alla CMI, le conversazioni sono catalogate per argomento, proprio come nell’episodio!

Così puoi tornare indietro per vedere tutte le volte in cui si è parlato di un certo tema o in cui si è verificato un dato evento.

E non si tratta di fantascienza, ma possiamo iniziare subito ad ascoltare indietro nel tempo cosa si dice della tua azienda, dei tuoi concorrenti, del tuo settore e così via.

Se vuoi saperne di più, clicca qui e lasciami i tuoi contatti, ti richiamerò io in persona!

Ah quasi dimenticavo l’ultimo insegnamento di questa puntata: l’importante è saper usare bene queste informazioni, senza farsi ossessionare dal passato ma utilizzando le scoperte per vivere meglio il futuro.

3) Valutare le persone in base alla propria presenza online: caduta Libera

Che valore ha oggi la reputazione online?

Per qualcuno è il male assoluto, per altri è un gioco divertente e per altri ancora è il proprio lavoro.

Pensa infatti agli influencer che vengono pagati per fare un post con un prodotto di un brand o per partecipare a un evento!

Caduta Libera“, la prima puntata della terza serie di Black Mirror, è centrata proprio sull’estremizzazione di questo tema. Ogni interazione, online e anche OFFLINE, dà origine a un punteggio, come una recensione.

Compri il latte al supermercato? Se sei stato abbastanza sorridente, la cassiera ti darà5 stelle.

Dici una parolaccia in pubblico? Chi ti ha sentito ti darà1 stella per punirti.

La media dei punteggi che hai ottenuto determina cosa puoi fare: solo chi è sopra le 4 stelle può entrare in certi ristoranti e prendere certi aerei, mentre chi è sotto le 2 stelle non può nemmeno noleggiare un’auto.

Quindi, la cosa più importante è… monitorare la propria reputazione con costanza maniacale!

Nella serie, le persone assumono degli specialisti per aiutarle a capire come aumentare il proprio punteggio e ad ottenere di più dalla loro vita.

Ma che pazzia!” non si può fare a meno di pensare guardando la puntata. Eppure, ci insegna due cose molto sagge.

Primo, che ogni interazione sia online che offline tra persone (e anche tra persone e brand!)può essere facilmente amplificata in modo da coinvolgere e influenzare altre persone online.

Ad esempio, se una persona collegata a un brand fa una gaffe, il messaggio si espanderà a macchia d’olio con conseguenze negative per il brand!

Quindi è necessario essere sempre pronti ad arginare il problema nel modo giusto.

Secondo, ci mette davanti a una dura realtà: scendere in caduta libera è molto più facile che salire.

Se aumentare la propria reputazione è molto difficile – per salire da 4.2 a 4.5 di punteggio ci possono volere anche anni! –per Lacie, la protagonista della puntata, bastano poche ore per precipitare nel baratro.

Basta una mossa falsa e tutto il lavoro fatto sarà perso per sempre… e soprattutto, ogni ulteriore recensione negativa avrà un potere ancora più forte.

Questo è vero anche oggi: un brand può risentire anche per anni di una crisi reputazionale, mentre se vuole aumentare la visibilità deve spendere migliaia di euro in promozione.

Quindi monitorare cosa viene detto su di sé e sul proprio brand è importantissimo… per non fare la stessa fine della protagonista di questa puntata!

4) Scoprire chi ha fatto cosa online: zitto e balla

Sul Web qualsiasi nostra azione lascia una traccia: dal guardare un video allo scaricare delle foto.

Nella puntata “Zitto e Balla”, degli hacker giustizieri riescono a risalire all’identità di alcuni pedofili in base alle loro attività online e li prendono di mira, coinvolgendoli in un gioco mortale.

Quello che succede in questa puntata potrebbe accadere oggi: siamo già in grado di risalire alle singole persone, alla loro localizzazione e ai dispositivi che utilizzano.

Certo, quando questo è una violazione della Privacy si tratta di un vero e proprio crimine.

Ma se i dati sono aggregati o sono resi anonimi, ci permettono di scoprire molte informazioni utili per le aziende e per chi si occupa di marketing.

Ti faccio degli esempi: possiamo sapere i profili delle persone che hanno aperto certe mail, o dove si trovano le persone a cui interessa un certo sport, o ancora da quali dispositivi online le persone hanno visitato un certo sito web.

Questa puntata ci insegna che queste informazioni sono a portata di mano… poi sta a noi decidere se coglierle e come utilizzarle!

5) Ogni azione online ha una conseguenza: Hated in the Nation

L’ultima puntata, “Hated in the Nation”, è la più impressionante e quella in cui l’ascolto della rete è più centrale.

Persone prese di mira sui social media muoiono in modo apparentemente inspiegabile e così entra in gioco la squadra investigativa.

Una detective appassionata di computer, tracciando le conversazioni sulle persone uccise, scopre un gioco mortale lanciato da un hacker sconosciuto.

Odi qualcuno? Scrivi un tweet con il suo nome e l’hashtag #DeathTo.

Ogni giorno, il più votato morirà! Come un concorso organizzato da un brand, ma con una fine tragica…

Eppure le persone partecipano felici e più di 300 mila inglesi utilizzano l’hashtag mortale, indicando il proprio candidato a morire.

Nella puntata, la detective utilizza un software molto simile a quelli che usiamo noi alla CMI: cerca gli hashtag e li mette in relazione ad altre parole chiave, per trovare i nomi più votati e per individuare le persone che li hanno twittati.

Captando queste informazioni, riuscirà a risalire al colpevole e a bloccare gli assassini… ma porterà all’epilogo del tragico gioco.

Se hai visto la puntata [altrimenti ti consiglio di guardarla prima di continuare a leggere, o ti rovinerai la sorpresa!😎] sai che la fine è amara: ad essere prese di mira e a morire sono proprio quelle 300 mila persone che avevano postato con leggerezza un tweet che addirittura mandava a morte qualcuno!

L’insegnamento è chiaro: ciò che scriviamo sui social network ha un peso.

Le persone pensano che non ci siano conseguenze quando criticano qualcuno o quando lanciano invettive contro un brand, e invece le conseguenze ci sono eccome.

Siamo nascosti dietro a uno schermo, ma quello che scriviamo rimane per sempre… e chi ha la possibilità di leggere queste informazioni ha molto potere su chi le ha scritte, perché innanzi tutto sa cosa pensa… e in secondo luogo prima o poi può chiedergliene conto!

Concludendo, la serie Black Mirror offre molti spunti davvero interessanti e si potrebbe scrivere un libro solo commentando le diverse puntate, ipotizzando cosa si sarebbe potuto evitare e come.

A te cosa ha colpito di più? Se hai guardato la serie anche tu, fammelo sapere nei commenti qui sotto!

Per me, lo spunto che mi ha fatto riflettere di più, perché si ritrova come filo conduttore in molte puntate, è il fatto che anche le singole persone – e non solo le aziende! – devono tenere sotto controllo chi parla di loro e come, per non essere mai colte alla sprovvista.

Puntate come “Messaggio al Primo Ministro”,“Caduta Libera” e anche “Hated in the Nation” ci fanno vedere le conseguenze gravissime di quando non si è in grado di monitorare ciò che accade online in tempo reale.

Le aziende (e anche le persone con visibilità pubblica) devono avere sempre le antenne drizzate su chi sta parlando di loro e del loro settore, per scattare come molle alla prima avvisaglia di un aumento di interesse per un determinato argomento, altrimenti le conseguenze potrebbero essere devastanti…

PS: Se non vuoi fare la fine del Primo Ministro (che ti assicuro non è per nulla piacevole!) né quella di Lacie e vuoi avere un Agente che scandaglia il Web costantemente per te compila il nostro form di contatto ora!

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